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Rapsodia in Re min

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RAPSODIA IN RE MIN

Mi scorri dentro,
lurida e imperiosa
come il Tevere,
putrida strofa
di becere sensazioni.
Pura e luminosa
come un raggio di luna,
invece, 
le volte del buio
illumini, pallido
riso della galassia.
Il mio cuore è intriso,
affogato nella poesia,
come un bimbo
che non sa nuotare. 
E in questo limbo
come bisbiglia
l'azzurro al mattino,
come bisbiglia
l'azzurro al mattino ...
ma urlano selvagge
le tenebre,
urlano come l oceano
ruggente, con tuoni
e onde sugli scogli.
Questi cieli Bianchi
che sono i fogli 
e questo cannocchiale
di nome penna
non hanno visto
che buio, il buio
dell’inchiostro,
il mostro che mi mangia
l'anima come un Goya
senza pace,
come una brace
la legna scricchiolante
come ossa malandate...
e andate, andate
sono le giornate
in cui gioivo di una donna,
di un buon vino,
immerso nella luce
come in una vasca immensa
a rilassarmi,
e l'eterno era la mensa
dove potevo mangiare
a sazietà stelle ed infinito.
Ora c'è il nulla che bussa
al mio petto,
ora c'è la polvere
che mi accarezza
in queste stanze trascurate,
in queste danze macabre.
Curate, curate miei pensieri,
velieri scricchiolanti
dalle vele lacerate,
curate le rotte
e affogate nell'orizzonte,
lì dove l'onte sbiadiscono
oltre le grigie nuvole,
lì dove una fonte
ignota questo nero fiume
fa fluire.
Versi miei, piume di gallo,
vi spenneranno per il brodo:
ciò di cui godo non mi darete
e finirete con me nella merda, 
nell'immondizia e nella fossa. 
Ma non preoccupatevi, 
la poesia è un cibo 
che può andare di traverso
a chi non sta attento 
alle ossa. 

 Stefano Verrengia - 15/04/2019 18:49:00 [ leggi altri commenti di Stefano Verrengia » ]

Grazie mille Salvatore, sono contento che ti sia piaciuta.

 Salvatore Pizzo - 15/04/2019 14:53:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Bella la chiusa: la poesia come metafora di un alimento che può celare insidia.
Molto apprezzata, anche per questo scorrere irruente che rapisce fluviale....
un saluto

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